i santi anche sulla Terra esistono

David Rothschild...

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  1. Alexbix
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    Questo dev'essere veramente un santo di uomo.... scommetto che per utilizzare queste bottiglie di plastica prende sovvenzioni statali per recuperarle dal "continente di plastica".
    Un genio, santo non mi pare proprio un Rothschild, ma un genio si, c'è poco da fare.....

    Così prende soldi sia per ripulire il continente di plastica che per pulire dal petrolio, utilizzando cosa? Le bottiglie del continente ovviamente, a costo ZERO, anzi gli danno anche i soldi per recuperarle ed utilizzarle.

    ""Avventura nel Pacifico
    con una barca a vela ricilata
    Domani l'arrivo a Sydney
    FABIO POZZO
    Aye, Aye, Sir». Sissignore. Comandi, Signore. Se il «Plastiki» fosse un vascello britannico impegnato nelle guerre napoleoniche, l’equipaggio potrebbe avere un problema. Basterà «Signore» per un Rothschild?

    In realtà, la questione a bordo di questa moderna zattera che si rifà al «Kon-Tiki» dell’esploratore norvegese Thor Heyerdahl, non si pone. Intanto, perché c’è da pensare all’approdo a Sydney, previsto per domani, che segna la fine di un viaggio durato 125 giorni, per oltre 7.990 miglia solcate nella grande macchia blu che s’allarga sul mappamondo e che prende il nome di Oceano Pacifico. Poi, perché il «Plastiki» non è un vascello ottocentesco, ma un catamarano di diciotto metri costruito con 12.500 bottiglie di plastica pressurizzate e tenute insieme da una colla organica a base di canna da zucchero, spinto da una vela di plastica riciclata, alimentato da pannelli solari e da una cyclette e con addirittura un orto in coperta.

    Infine, perché il trentaduenne barone David Mayer de Rothschild, erede di una delle famiglie più ricche del mondo, ramo britannico (è figlio di Evelyn, nominato Sir dalla regina Elisabetta nel 1989), non ha nulla che ricordi un arcigno comandante della Royal Navy d’antan: barba, capelli lunghi, biondo, alto, amante dei suoi cani, i denti puliti, gli scherzi, il karaoke e la luna piena. Un «ambientalista trendy», lo hanno definito, perché al lusso dei Rothschild ha preferito una coltivazione di erbe rare in Nuova Zelanda.

    C’è un Napoleone, però, da combattere. No, niente Piccoli Grandi Corsi all’orizzonte. Il nemico del giovane barone è la plastica. Un’ossessione, la sua. Tanto da calcolare la durata del suo viaggio in numero di bottiglie gettate nei rifiuti negli Stati Uniti: 2,5 milioni all’ora, che moltiplicati per le 3.000 ore che il «Plastiki» è stato in mare fanno 7.500 milioni di pezzi. Un’ossessione che, se vogliamo scendere più a fondo nella sua battaglia, ha un nome e cognome: Great Pacific Garbage Patch. Un avversario da combattere con un’organizzazione, Adventure Ecology, e con il viaggio del «Plastiki» da San Francisco a Sidney per sensibilizzare il pianeta sull’inquinamento da plastica degli oceani e per spingerlo a riutilizzare e riciclare i rifiuti.

    A questo punto, però, va fatto un passo indietro. Nel 1992 una tempesta coglie un cargo in navigazione dalla Cina a Seattle nel bel mezzo del Pacifico: tre container cadono in mare e si frantumano lasciando libero il loro carico di 29 mila paperelle gialle di plastica. Un oceanografo americano, Curtis Ebbesmeyer, si mette a seguire il peregrinare di queste «naufraghe» (che faranno il giro del mondo) per studiare le correnti superficiali oceaniche. Ebbesmeyer individua in tutti gli oceani una serie di Gyre, correnti circolari che raccolgono e concentrano i rifiuti, specialmente quelli plastici. Almeno sette, che nel tempo si trasformano in immense discariche fluttuanti.

    La più grande si chiama Great Pacific Garbage Pacht ed è una gigante «zuppa di plastica» mescolata dal vortice del Nord Pacifico (Pacific Vortex): è formata da miliardi di frammenti che il mare non è riuscito a distruggere. Alcuni sostengono che sia grande tre volte la superficie della Spagna. Un «nuovo continente» che è stato scoperto quasi per caso, durante una regata, da un altro americano, Charles Moore, nel 1997.

    Questo immenso blob di moderna spazzatura è diviso in due grandi isole-discariche fluttuanti, una massa orientale, a sud-ovest del Giappone, e una occidentale, a nord-ovest delle Hawaii. David, salpando con il «Plastiki» da San Francisco, ha attraversato la «zuppa». Ed è stato come ha raccontato Moore. «Per miglia e miglia di navigazione salivo sul ponte e intorno a me c'era solo plastica». Poi, l’Oceano ha detto la sua, con tempeste, raffiche cattive e onde alte come montagne, che hanno creato anche qualche problema al catamarano del barone e del suo equipaggio di cinque persone, il quale - dopo aver visitato gli stati-arcipelago di Kiribati, Samoa occidentale e Nuova Caledonia - ha toccato terra australiana a Mooloolaba, nel Queensland. Da qui il «Plastiki» è ripartito per Sydney.

    Il giovane barone, ad ogni tappa, in collegamento internet con l’ufficio delle Nazioni Unite per l’Ambiente, col suo blog, ha lanciato il suo messaggio in bottiglia: «Ho visto tanta spazzatura in mare aperto, soprattutto plastica. Quello che dobbiamo fare è cambiare atteggiamento, imparare a riciclare e a non gettare immondizie soprattutto negli oceani». Quanto alla discarica galleggiante del Pacifico, assicura che «esiste, ma nessuna nazione si assume la responsabilità di questo Stato fatto di rifiuti». E avverte: «Sappiate che non è una cosa lontana dalla nostra vita... Dove credete che finiscano i pezzettini di plastica che ingoiano ogni giorno milioni di pesci?».""

    fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...56998girata.asp
     
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  2. ZioMario01
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    La speranza non morirà mai finchè sulla terra ci sarà anche un solo pensatore.
     
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  3. Alexbix
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    CITAZIONE (ZioMario01 @ 26/7/2010, 12:33)
    La speranza non morirà mai finchè sulla terra ci sarà anche un solo pensatore.

    profondo......... ;)
     
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2 replies since 25/7/2010, 21:06   269 views
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