La più cruenta recita di tutti i tempi

Un continente-burattino dei Rothschild

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  1. Monteon
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    Un saluto a tutti i partecipanti del forum! Fa piacere vedere quanti sono alla ricerca della Verità, quella verità che solo aiutandosi a vicenda può emergere una volta per tutte. E una volta tanto, la verità non richiede quel bel torcicollo che viene a noi che passiamo le giornate ad osservare i tanker assassini. Richiede solo un po' di pazienza.

    Vi sottopongo un testo che ho rinvenuto in una pubblicazione, non è disponibile su internet (per ora!) ma è talmente scioccante che ho proprio dovuto estrapolarne svariate parti per renderlo più "fruibile" alla rete. Chi fosse interessato alla versione completa può segnalarmelo! Ero a conoscenza di molti fatti su cui la storiografia scritta dai vincitori mente spudoratamente, ma questo ha veramente dell'incredibile!



    Cui prodest? Questo interrogativo può essere considerato il leitmotiv dei primi due decenni del '900, un periodo caratterizzato da forti idealismi e da eventi tanto importanti quanto inconcludenti. Mi preme porre l'enfasi sul primo aspetto, i forti idealismi. La storiografia ufficiale non smette mai di rimarcarlo: in un'epoca in cui la comunicazione di massa non era stata nemmeno sognata, ideali di stampo diverso ma di uguale intensità avrebbero mosso enormi masse che avrebbero quindi decretato il corso di azione delle grandi potenze mondiali. Il condizionale è, ovviamente, d'obbligo. La realtà storica parla di un'epoca in cui le grandi masse conducevano una vita di stampo rurale, insensibile agli eventi del mondo esterno, o di semi-schiavitù nelle fabbriche che quotidianamente alienavano il lavoro di milioni di uomini in favore di quel capitale che già da tempo aveva nel potere politico la propria marionetta. Eppure, la storiografia ufficiale parla di forti sentimenti patriottici, di ideali romantici, di una guerra vista in una chiave esteticamente edulcorata, una guerra per questo ampiamente accettata dalla società. E con società si intendono le persone che la guerra l'avrebbero subìta. Sintetizziamo: per la storiografia ufficiale, i fantaccini mandati a morire sul campo di battaglia volevano la guerra perchè imbevuti di ideali che, a dire la verità, sembravano più usciti dai salotti buoni, dall'elite, da quell'aristocrazia da cui poi casualmente i grandi generali discendevano.
    Cui prodest? Far accettare una guerra come "voluta" è il modo in cui i libri di storia ufficiali riescono a portare un orrendo crimine alla prescrizione. Nessuno è giudicabile, perchè in fondo "la volevano tutti".
    La guerra, lo sappiamo, ha due vincitori: chi produce armi e chi fornisce il capitale per comprarle. E se sotto la prima categoria ricadono nomi che conducono alle più grandi dinastie industriali europee (non si pensi che la FIAT sia diventata ciò che è vendendo automobili!), la seconda può essere ricondotta ad un soggetto ben più ristretto, un nome ricorrente che chi cerca di svelare la vera storia incontra più spesso di quanto vorrebbe: Rothschild.
    I lunghi tentacoli dello scudo rosso già si prodigavano di applicare la secolare tradizione di famiglia intervenendo qua e là nel mondo per ingigantire le rivendicazioni in un ultimatum e gli ultimatum in guerre. La guerra Russo-Giapponese del 1904 portò questa pratica già collaudata verso nuove frontiere, nel segno di eventi inconcludenti ma costosi come mai lo erano stati prima. La Russia zarista invia, per riequilibrare le sorti di una guerra in una remota regione della Manciuria, la sua flotta nell'estremo oriente. Al suo arrivo, l'ammiraglio giapponese Togo le infligge una "miracolosa" sconfitta nello stretto di Tsushima. Il Giappone vince la guerra, la Russia paga centinaia di volte di più di quanto avrebbe fatto cedendo il territorio di Port Arthur oggetto della contesa. Cui prodest? Lo sappiamo bene.
    L'opera dei Rothshild ha anche risvolti strategici: finanziando l'invasione italiana della Libia, si intende creare una nuova potenza mediterranea. A cosa serve un'Italia forte? E a cosa serve una Serbia rinvigorita dalle guerre balcaniche, o una Bulgaria in grado di dire la sua a livello locale? Ed un Giappone forte in grado di contrastare le potenze coloniali? Semplice. Equilibrio delle forze. Una guerra combattuta tra schieramenti equivalenti dura di più, non ha conclusione certa e garantisce un consumo di risorse maggiore. Gli anni pre-1914 sono un lungo preparativo per lo spettacolo finale.
    Tralasciamo molti altri dettagli (ci tornerò in futuro), e saltiamo al giugno 1914. L'attentato di Gavrilo Princip e l'uccisione dell'erede al trono austriaco Francesco Ferdinando. Come sempre nella storia, per nascondere trame ben più oscure si ricorre sempre al "gesto individuale". L'Austria dichiara guerra alla Serbia il 28 luglio, la Russia dichiara la mobilitazione generale. Fin qui tutto normale, per l'epoca. L'anomalia arriva dalla Germania: il Kaiser Guglielmo II dichiara guerra, senza motivo, alla Russia, ovvero ad un avversario più grande, più forte, sostanzialmente impossibile da battere. Non solo: dichiara guerra ad un suo stesso parente, con cui il rapporto epistolare non cesserà mai nemmeno durante le ostilità. E' evidente che nessuno dei due leader è veramente alle redini della propria nazione. Gli eventi precipitano ad un ritmo impossibile da non definire "teatrale". Nel giro di pochi mesi, i giochi delle alleanze mettono in campo due schieramenti, guarda un po', equilibrati. L'Italia, membro dell'Intesa, non partecipa: questo evento quasi marginale è in realtà la chiave di volta della nostra analisi. La Francia può ritirare dal confine italiano due armate, da schierare al confine tedesco. La semplice presenza in guerra dell'Italia le avrebbe obbligate sulle Alpi.
    Le prime fasi della guerra sono in effetti "autentiche": l'esercito di Germania e Russia si scontra in una serie di battaglie manovrate dove l'obiettivo è *veramente* la vittoria. Vittoria che, sia a Tannenberg che ai Laghi Masuri, va alle truppe del Kaiser. Non è un problema, i Rothschild lo sanno: non porteranno a niente. Anzi, allontaneranno i Russi da Berlino, ovvero dalla fine della guerra. Mosca è fuori portata.
    Allo stesso modo, Germania e Francia si scontrano sul campo, e i francesi hanno la peggio. E' nel 1915 che la prima guerra mondiale, in realtà, finisce. Le truppe tedesche sono fermate sulla Marna dalle stesse armate che il mancato intervento italiano ha liberato. Inizia la guerra di trincea. Perchè trincea?
    - i soldati non vedono mai il nemico
    - lo stallo viene mantenuto
    - contatto perenne con il nemico, consumo illimitato di munizioni
    Cosa impedisce, di fatto, ad uno schieramento di vincere? Esiste di fatto un'armata fantasma, in perenne movimento, che non sembra aver bandiera. E' sulla Marna nel 1915 e a Verdun nel 1916, è sull'altipiano di Asiago durante la Strafexpedition, e subito dopo in Galizia. L'intera guerra è un susseguirsi di battaglie cruente, vittorie temporanee e ristabilimento dello status quo. Il motivo è semplice, l'armata fantasma sparisce, veloce come appare. Quando se ne va, gli eserciti vengono ricacciati indietro. Gli austriaci si fermano misteriosamente sul Piave contro un'armata ormai sbandata, e la versione ufficiale è: un fiume mormora e un esercito vittorioso si ferma. Certo, come no!. L'armata fantasma, costituita da mercenari al soldo dei Rothschild, non era onnipotente, non poteva coprire più fronti. Per questo la guerra di trincea obbligava gli eserciti a stare fermi, in attesa di quel "qualcosa". Offensive su offensive si concludevano con bagni di sangue e niente di fatto, come possiamo tristemente registrare sull'Isonzo.
    Discorso analogo sui mari. La grande novità della guerra è il sommergibile. Invisibile, senza bandiera, l'arma perfetta per chi combatte nell'ombra. La "marina d'acqua dolce" di superficie della Germania e la possente Royal Navy si incontrano sullo Jutland senza motivo, si scambiano cannonate e se ne vanno, sempre senza motivo. La flotta più potente e meglio addestrata stranamente subisce più perdite rispetto all'avversario, a causa di una decisione "inspiegabile" dell'amm. Jellicoe. Risultato inconcludente, tutto già visto. Una marina scalcinata come quella tedesca ovviamente non può sviluppare sommergibili tanto elaborati da sfidare l'Atlantico. Principalmente perchè non ne ha motivo. I mercantili che solcano l'Atlantico iniziano a subire perdite, e l'affondamento di un transatlantico, il Lusitania, trascina gli USA in guerra. Del resta capita tutti i giorni che una nazione intera si mobiliti solo perchè aveva dei passeggeri a bordo di una nave, giusto?
    La guerra sottomarina ha uno scopo: il mercato nero. Gli imperi centrali patiscono la fame per il blocco navale inglese, in Germania si arriva ad usare la segatura per fare il pane. I pochi generi alimentari sono venduti in un redditizio mercato nero, foraggiato dai carichi dei mercantili che venivano prima immobilizzati, poi abbordati e saccheggiati, ed infine affondati. E dove c'è profitto, ci sono ovviamente le banche.
    Dimostrato dunque che l'intera Prima Guerra Mondiale è una farsa, cosa provocò la sua fine?
    Fu la rivoluzione d'ottobre del 1917 a scombussolare ogni piano per una guerra perpetua che sarebbe durata per decenni, forse secoli. La rivoluzione di Lenin colse anche gli onniscienti Rothschild di sorpresa. La Russia sparì dallo scacchiere. Austria e Germania intensificarono gli attacchi, l'armata fantasma riuscì a malapena ad aiutare gli alleati durante l'offensiva di primavera del 1918 e durante la resistenza italiana sul Pasubio e sul Grappa.
    Il livore delle offensive imperiali, forti delle truppe ritirate dalla Russia, accelera gli eventi: le loro sconfitte portano a vuoti che nemmeno l'armata dei Rothschild può colmare. Mentre l'armata fantasma si schiera lungo il Reno, gli italiani attraversano il Piave, e la guerra di movimento, quella vera, riprende. In pochi giorni, l'Austria crolla. Crolla il Passo del Tonale, crolla la Val d'Adige, Vienna è ormai indifendibile. E' a questo punto che le ostilità si fermano, repentinamente come sono iniziate. Nessun esercito arriva alla capitale nemica, nessuno poserà mai le proprie mani sui documenti che attestavano come la Grande Guerra, costata milioni di vite innocenti, fosse stata in realtà la recita più cruenta della storia umana.
     
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